30/11/2024 , Pubblicato da CV
Tutto è nato dalla riunione di inizio stagione dove è venuto fuori che mancavano le casacche per i bambini. Così dentro la mia testa hanno iniziato a rimbalzare idee tra quei pochi neuroni che mi rimangono e dopo lo scontro tra due di essi (che nemmeno al CERN riuscirebbero a riprodurre), ecco l'idea! Le predo io le casacche!
Cavoli ma non ho un'azienda e un logo da sponsorizzare! Devo trovare qualcosa!
Qualcosa che ci avvicina alla famiglia Neri (e ai cari amici di Livio) purtroppo c'è. La perdita di qualcuno di importante nella nostra vita. E come si trasforma il dolore in qualcosa di positivo? Con l'idea che le persone care ci possano sempre aiutare e stare vicine anche da lassù.
Il mio pensiero ha trovato appoggio nella frase che da anni utilizza (purtroppo) la mia cara cugina Paola.
L di Livio, S di Silvia e U di Ugo. Queste sono le iniziali che ci accomunano.
L'idea non è però quella di stringere la frase attorno a solo queste 3 lettere (ed è a questo punto che ho deciso di scrivere questo lungo post di "spiegazione").
Ogni bambino ha o avrà un Angelo in cielo, che sia un nonno, una nonna o chiunque di vicino, e così indossando la casacca sapranno sempre che se terranno il loro nasino all'insù sentiranno sempre la presenza e l'amore dei loro cari e riceveranno quella forza e quel coraggio per affrontare le sfide di ogni giorno. E poi fatemelo dire ragazzi: quando si palleggia, sempre con il naso all'insù!
Fulvio mi ha ringraziato più volte ma sono io che devo ringraziare lui, Carlo e tutti gli altri perché per la prima volta, da quel 20 maggio, ho alzato la mia testa e appena ho visto la foto delle casacche ho finalmente sorriso "con iL naso all'inSÙ!
(Matteo Ruscelli)